
TIN TIN, Hergé, 1929
Musiche: Emir Kusturica – Unza unza time
Tecniche: video grafica
Un’altra nuova avventura di Tin Tin tra realtà virtuale e circo nell’esotica Arabia dove i protagonisti sono gli immarcescibili ispettori Dupont Dupont. All’inseguimento del veloce Tin Tin, dell’ubriacone Capinan Haddock e del perfido Rastapopoulos, i poveri Dupont&Dupond si ritrovano nel deserto a morire di sete e di fame: ma la loro proverbiale capacità di sopravvivenza li porterà a trovare una buona gallina da spennare e un bel po’ di bottiglie di Dom Perignon e alla fine della giornata, sazi e ubriachi, troveranno infine il sonno ristoratore Appaiono per la prima volta nell’album DI Tintin del 1934 in bianco e nero I Sigari del Faraone in cui vengono rispettivamente chiamati con i nomi in codice X33 e X33-bis. Essi sono tuttavia presenti in forma anonima in un album a colori Tintin in Congo nel 1946. Non sono stati inclusi nell’edizione originale in bianco e nero.
Appariranno di nuovo nella prima miniatura della prima pagina di Tintin in America. Dupond e Dupont sono fisicamente simili in tutti gli aspetti tranne uno: la forma dei baffi. Membri della Sûreté (Polizia) prima e della Polizia giudiziaria successivamente, i Dupond/t sono conosciuti per la loro poco discrezione ed efficacia durante le indagini.
Sono soliti travestirsi con costumi folcloristici al fine di “mescolarsi tra la folla”, però senza ottenere grandi risultati a causa della loro goffaggine.
Questa disorganizzazione totale si riflette anche nel loro linguaggio. Si vantano – a torto – del loro motto “zitto e mosca”, si dilungano in continue ripetizioni e pleonasmi (ritualmente introdotti dal loro slogan “ma ti dirò di più”) e altre frasi che con l’avanzare della serie diventeranno culto.
Esiste nel mondo dei fumetti un personaggio che è stato protagonista soltanto di 24 storie (in lingua francese), di cui una schizzata a matita. Le prime otto, pubblicate tra il 1929 e il 1941, erano uscite in bianco e nero e in una ‘gabbia’ a sei vignette per pagina. Negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso vennero completamente ridisegnate (tranne la prima) per renderle stilisticamente omogenee con quelle che uscivano in albi a colori di 48 pagine con una gabbia a dodici vignette; poi a partire dal 1983 nessuna nuova storia è uscita.
In tutto ciò non ci sarebbe nulla di strano: molte serie a fumetti sono nate e, dopo un certo periodo, si sono concluse e, qualche volta, vengono ristampate in edizioni a bassa tiratura dedicate agli appassionati. In questo caso, però, il personaggio è tuttora popolarissimo: i 23 albi nella versione ridisegnata continuano a essere riproposti come se fossero novità e a vendere milioni di copie a nuove generazioni di lettori di tutto il mondo, i quali non sembrano stupirsi se nelle tavole non compare neppure un computer e se le automobili sono ormai modelli di antiquariato. Intorno a questi 23 albi – che, per numero di pagine, corrispondono per esempio a meno di un anno di produzione di Tex – si è formato un vasto mercato di prodotti derivati: film; serie radiofoniche e televisive; quaderni, libri, diari, poster e cartoline illustrati con vignette tratte da quelle storie. Ci sono persino ricostruzioni delle scene che compaiono negli albi fatte con bellissime statuette in piombo dei personaggi della serie.
